Aria indoor e Covid-19: suggerimenti proposti dall'Istituto Superiore di Sanità

I consigli sono stati elaborati dal Gruppo di Studio Nazionale Inquinamento indoor dell’Istituto Superiore di Sanità. Come spiega l’ISS, sono consigli utili oggi e, considerando i nuovi involucri edilizi con la quasi assenza di ricambio naturale, anche in prospettiva.
In aggiunta, l’Agenzia Europea per la salute Pubblica ha avvertito che le persone che vivono in città inquinate sono maggiormente a rischio a causa di COVID-19, poiché l’inquinamento atmosferico può causare asma, malattie polmonari ostruttive croniche, ipertensione e diabete. E’ stato anche accertato che COVID-19 ha conseguenze più gravi sui pazienti con problemi di salute preesistenti, in parte anche aggravati dall’inquinamento atmosferico.
Le quarantene causate da COVID-19 hanno ridotto drasticamente i livelli d’inquinamento atmosferico e questo è positivo perché riduce la possibilità di contrarre il virus. Uno studio dimostra una probabile correlazione tra inquinamento da particolato e diffusione del coronavirus.
E’ quindi importante tenere ben pulita l’aria che respiriamo in casa e nei luoghi di lavoro evitando di far entrare aria inquinata dall’esterno.
Lo sapevi che è possibile monitorare il livello di qualità dell’aria indoor?
1. Pulizia. L’importanza di rimuovere le polveri
Il primo modo per vivere un ambiente salubre, sia la casa, l’ufficio, il luogo di lavoro… è certamente quello di tenerlo pulito.
Tradotto in poche parole: pulire la casa dallo sporco e dalle polveri, igienizzando gli ambienti che si prestano a tale azione (es. bagni).
Ecco alcune delle raccomandazioni dell’ISS in merito al tenere pulito l’ambiente indoor:
- pulire i diversi ambienti, materiali e arredi utilizzando acqua e sapone e/o alcol etilico 75% e/o ipoclorito di sodio 0,5%;
- indossare guanti e/o dispositivi di protezione individuale;
- non miscelare i prodotti di pulizia, in particolare quelli contenenti candeggina o ammoniaca con altri prodotti;
- arieggiare gli ambienti sia durante e dopo il ciclo di pulizia avvenuto con l’uso di prodotti di pulizia.
Pulire il pavimento della propria abitazione è ahimé un’azione meccanica a cui nessuno di noi può sottrarsi.
Sarai pur d’accordo con me su questo aspetto 😉.
Passare la polvere sul pavimento con un robot aspirapolvere, con una scopa elettrica o con un sistema di tipo centralizzato ha una risonanza totalmente diversa.
La differenza? Al di là dei diversi gradi di potenza aspirante, così come anche della diversa capienza del contenitore polveri e dell’autonomia dell’attrezzo di lavoro di pulizia, il vero punto in merito alla qualità dell’aria indoor, micropolveri e coronavirus sta nel ricircolo delle micropolveri.
Elettrodomestici votati alle pulizie istantanee e “di moda” come l’aspirapolvere robot o la scopa elettrica a batteria senza fili della pubblicità in tv, pur “armati” di filtri HEPA per il contenimento delle polveri sottili nello sfiato dell’aspirapolvere, riemettono in aria una parte di ciò che viene aspirato.
Diverso è il sistema di espulsione delle micropolveri dell’impianto di aspirapolvere. L’aspirazione centralizzata è l’unico sistema efficace per poter eliminare radicalmente polveri, acari e allergeni aspirati dalle stanze.
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Non tutti i sistemi di aspirapolvere hanno la stessa efficacia nell’abbattere polveri e micropolveri che circolano in casa. Il centralizzato rimane il sistema migliore. Perché?
2. Ricambiare costantemente l’aria
Cambiare aria in casa è importante ed è in generale bene farlo piuttosto che non farlo. Sono noti i benefici del far ricircolare aria fresca anche solo per abbattere l’eventuale alto carico di anidride carbonica accumulata dalla presenza di più persone nella stessa stanza.
La necessità di ricambiare aria è tanto più alta quanto più isolata è l’abitazione, ed è per questo che è un vero peccato dover aprire finestre e porte-finestre di salotto, soggiorno e camere da letto, creando una dispersione energetica.
L’ISS si è raccomandato a tal proposito di:
- aprire regolarmente le finestre scegliendo quelle più distanti dalle case trafficate;
- evitare di aprire le finestre durante le ore di punta del traffico;
- non lasciare aperte le finestre la notte;
- igienizzare l’ambiente con l’uso di purificatori e/o sanificatori d’aria;
- ricambiare aria tenendo conto del numero delle persone presenti nell’abitazione e, nei luoghi di lavoro, del numero dei lavoratori, del tipo di attività scolta e della durata di permanenza;
- tenere spenti gli impianti di riscaldamento/raffrescamento (es. termoconvettori, fancoil, pompe di calore..) per evitare il ricircolo di virus quali covid-19 e nel caso in cui non fosse possibile arrestare tale impianto, effettuare una costante manutenzione dello stesso, in particolare per tenere i filtri sempre efficienti.
Ulteriori consigli sulla gestione aria per gli ambienti chiusi sono disponibili nel sito del ministero della salute.
Le recenti abitazioni sono ben isolate e sono progettate appositamente per contenere consumi e costi in bolletta proprio grazie all’isolamento di pareti, intercapedini, tetto, infissi di nuova generazione e cappotto esterno.
Meglio cambiare aria con un sistema di ventilazione forzata
E’ in questa direzione del contenimento dei costi e del miglioramento dell’efficienza energetica che si muove la ventilazione meccanica controllata, il sistema “automatico” per la gestione intelligente del ricircolo d’aria negli edifici di ultima generazione.
Questo è vero ancor di più nel momento in cui si manifesta nella primavera 2020 la scoperta che il coronavirus è veicolato da particelle microinquinanti quali smog e particolato sottile, che è bene tenere al di fuori della propria abitazione.
Ad esempio, proprio grazie a un sistema vmc dotato di opportuni filtri che arrestano le particelle inquinanti presenti nell’aria pescata all’esterno.
Negli edifici dove presenti sistemi di ventilazione forzata (VMC) gli impianti dovranno essere tenuti in costante funzionamento, con immissione ed estrazione di aria 24h, 7 giorni su 7, evitando la funzione del ricircolo per evitare la messa in circolo di eventuali agenti patogeni quali virus.
Vmc e coronavirus: come la ventilazione meccanica controllata riduce il rischio di contagio negli ambienti chiusi.
3. Fare una buona manutenzione degli impianti di condizionamento e vmc
Quando presenti sistemi di condizionamento e raffrescamento dell’aria, così come sistemi di ventilazione forzata, è bene prendersene cura.
Nel periodo COVID questo è maggiormente vero. Ti sei già organizzato per la sanificazione di condotte, bocchette e split del clima?
Parti dalle azioni più semplici come controllare i filtri della macchina ventilante. Qui sotto la foto di un filtro di recuperatore di calore vmc a doppio flusso, classe G3, dopo 10 mesi di lavoro in contesto cittadino con circa 20.000 abitanti (immagine a sinistra).
L’ISS si è raccomandato di pulire con costanza le griglie di ventilazione, ad esempio con uso di panni in microfibra inumiditi con acqua e sapone, oppure con alcool etilico al 75% asciugando successivamente.
Evidenziamo che grazie alle note espresse dall’Istituto Superiore di Sanità, di cui puoi leggere parte integrale nel report che noi di Aspiredil abbiamo rielaborato e che puoi scaricare gratuitamente dal form a fondo di questo articolo, possiamo affermare che negli impianti VMC per il periodo covid, specialmente nella fase acuta, era bene eliminare totalmente il ricircolo d’aria.
Nelle case moderne è possibile automatizzare il ricircolo d’aria con l’impianto vmc. Cambia aria facilmente!
Stai costruendo o ristrutturando casa? Pensa alla salute dei tuoi cari con la realizzazione di una casa salubre. Possiamo aiutarti.
Scarica la guida con i consigli ISS
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