Covid-19, trasmissione aerea e complicazioni degli ambienti chiusi
Le particelle del virus che nel corso del 2020 sta affliggendo il mondo, il Sars-CoV-2, si doffondono per via aerea.
Tanto maggiore le precauzioni per la protezione di bocca e naso (oltre alle altre misure di protezione come l’igienizzazione delle mani) tanto minori sono le probabilità del contagio.
La mascherina di protezione facciale è diventata ormai parte delle nostre abitudini, tuttavia non è cosa saggia abbassare le difese.
Il virus si trasmette per via aerea, è ormai ben noto il fenomeno di diffusione del COVID tramite le goccioline vaporizzate (droplet), specialmente quelle più piccole dal diametro anche inferiore ai 10 micron, che sono in grado di transitare nell’aria transitare anche fino a qualche metro di distanza da chi le ha emesse, prima di cadere a terra.
Proprio sulla criticità della trasmissione del virus per via aerea, specialmente negli ambienti chiusi, recentemente l’OMS si è espressa con una certa preoccupazione.
«I luoghi critici sono gli ambienti chiusi di dimensioni ridotte e con limitata ventilazione» cit. prof. Buonanno
Sull’importanza di ventilare costantemente gli ambienti chiusi si è espresso anche l’Istituto Superiore di Sanità con una serie di consigli per gestire gli ambienti chiusi.
Leggi anche: Diffusione del Covid-19 negli ambienti interni. L’importanza di ventilare.
Vmc e coronavirus: perché la ventilazione è utile
Qual è la correlazione tra vmc, il sistema di ricorcolo dell’aria che recupera anche l’efficienza energetica, e la protezione da coronavirus?
Partiamo da questo presupposto: la pericolosità di contagio del virus è tanto più alta quanto minore è l’aerazione, tradotto in altre parole maggiore è l’aerazione, maggiore lo spazio su cui il virus circola (quindi maggiore la diluizione), minori sono le sue concentrazioni.
Da questo è facile intuire che è importante far circolare l’aria negli ambienti chiusi. E quale miglior sistema di un impianto vmc centralizzato, o di una serie di unità vmc puntuali, per ricambiare costantemente l’aria di una stanza?
Quel che sappiamo con certezza è che il pericolo di contagio è decisamente minore all’aria aperta perché il virus è più “diluito”, rispetto alla elevata concentrazione che raggiunge negli ambienti chiusi o confinati, specie se affollati.
Il lavoro di una unità di ventilazione è efficace non solo per il recupero dell’efficienza energetica che scarica l’onere di dover fare un’apertura veloce di finestre che porterebbe alla dispersione della temperatura dell’ambiente indoor, specialmente ora che siamo in estate. Ma soprattutto perché lavora costantemente e senza sosta.
E’ il sistema di ventilazione che si preoccupa di gestire da solo il ricircolo d’aria.
Nuova aria fresca pescata dall’esterno, opportunamente filtrata prima di essere immessa in casa, viene trattata.
Come evidenziato anche dal Rapporto ISS COVID-19 n. 33/2020 con le indicazioni fondamentali sugli impianti di ventilazione e climatizzazione in ambito domestico, c’è modo e modo di ventilare casa con il sistema forzato.
Un impianto di ventilazione domestica ben progettato, che evita il ricircolo totale (fortemente consigliato chiudere le vie di ricircolo, se presenti), la cui unità ventilante disponga di filtri ad alta efficienza (da M5 a F7) e le cui bocchette siano disposte nel modo da creare il miglior flusso, è ciò che ne migliora l’efficienza e quindi anche la protezione dalla diffusione del virus negli ambienti chiusi.
Un sistema vmc ben progettato e opportunamente bilanciato con immissioni e riprese ben posizionate favorisce il miglior lavaggio dell’aria. Affida la consulenza del progetto agli specialisti.
Ventilazione meccanica controllata e covid-19: il giudizio favorevole dell’AICARR
Il vantaggio maggiore degli impianti di ventilazione meccanica sta nella loro capacità di ricambiare costantemente l’aria e di filtrarla senza sosta.
Insomma, in poche parole la presenza o meno di un sistema vmc in casa o nel luogo di lavoro costituisce un vero e proprio elemento di protezione che riduce il rischio di contagio.
Anche l’l’AICARR (Associazione Italiana Condizionamento dell’Aria, Riscaldamento e Refrigerazione) ha espresso nel corso di questo 2020 così strano, il suo giudizio favorevole sull’uso della vmc, diffondendo alcuni punti guida su come gestire al meglio uso e manutenzione di un impianto di ventilazione meccanica controllata.
I giudizi dell’AICARR, forniti in aggiunta rispetto ai consigli OMS, sono stati forniti sia per la crescente diffusione dell’impianto vmc e installazione nelle case degli italiani, sia per la comprovata efficacia nel contenere la diffusione del virus.
Di fatto l’AICARR riporta che non ci sia necessità di dover disporre interventi di igienizzazione straordinaria dei sistemi di ventilazione forzata, specialmente considerando che gli ambienti sui cui questi insistono in ambito residenziale e commerciale (ufficio) non contemplano presenza massiva contemporanea di persone.
Sanificazione dell’aria: un alleato della vmc
Lascia che ti dica innanzitutto che serve compiere un distinguo tra “sanificazione dell’impianto vmc” e “pulizia e igienizzazione degli stessi“.
Come ben spiegato anche in questo articolo, un conto è parlare di “sanificazione dell’ambiente indoor come intervento di manutenzione straordinaria” e un altro è quello di disquisire sugli interventi di manutenzione ordinaria quali “pulizia e igienizzazione delle griglie, bocchette di ventilazione, sostituzione dei filtri d’aria del recuperatore di calore vmc”.
Insomma: calma e sangue freddo per non farsi prendere dal panico, è bene chiarire i concetti.
Ti dev’essere chiaro che “sanificare l’impianto” è cosa ben diversa dalle operazioni di routine quali la pulizia e/o disenfezione di componenti dell’impianto di ventilazione canalizzato, che dovrebbero comunque essere svolte a priori, indipendentemente dal pericolo coronavirus.
Purificatore d’aria UV-C da canala vmc
Se di purificazione dell’aria si parla, non è così difficile che tu possa pensare a quei dispositivi di purificazione, quali i purificatori d’aria ad uso commerciale che si trovano facilmente presso grosse catene di distribuzione di elettrodomestici o online.
Tuttavia se possiedi un impianto vmc, o sei intenzionato a predisporlo nella tua nuova casa, allora dovresti essere messo a conoscenza del fatto che non dovrai ricorrere a un dispositivo esterno, puntuale, come un purificatore d’aria per abbattere il carico batterico.
Il timore per il proliferare del coronavirus ha dato una forte spinta a molti produttori di unità ventilanti e recuperatori di calore vmc di sviluppare delle soluzioni di purificazione dell’aria per impianti canalizzati.
Ciò è possibile grazie a lampade UV, note per gli effetti germicidi e battericidi, installate all’interno dei recuperatori o posizionate su box esterni da porre in serie all’unità ventilante.
E’ così possibile tramite l’azione della radiazione ultravioletta purificare l’aria in uscita dal recuperatore di calore prima di distribuirla alle bocchette di imissione.
Questa è una bella notizia per tutti gli utilizzatori di un sistema vmc, specialmente se di tipo centralizzato, che potranno far affidamento non solo all’azione meccanica di arresto micropolveri in immissione (e pure estrazione) per fermare l’ingresso di smog e particolato atmosferico.
Ma anche sulla eliminazione preventiva di batteri e virus, eventualmente presenti nell’aria esterna pescata per l’immissione o dell’aria eventualmente contaminata in casa, prima di entrare in scambiatore di calore.